L’Alzheimer
Il tuo mare di nulla di Giovanna Venturino
Inizierei
a descrivere brevemente la malattia di Alzheimer per passare poi al
motivo di questo post ovvero la presentazione del libro “Il
tuo mare di nulla”, un
racconto (autobiografico) nel quale Giovanna Venturino descrive gli
sconvolgenti effetti di tale malattia.
È
superfluo dire che l’Alzheimer è una tra le patologie più
devastanti che affliggono la nostra società. È una malattia che
stravolge la vita non solo di chi ne viene direttamente colpito, ma
anche dei familiari e, in generale, di chi se ne prende cura. Questi,
giorno dopo giorno, assistono inizialmente all'affievolirsi delle
capacità mnestiche per arrivare poi alla perdita delle capacità e
abilità e, nelle fasi finali, al venir meno dell’autosufficienza.
Avendo
svolto il tirocinio post-lauream presso il Centro U.V.A. (Unità
Valutativa Alzheimer) del Policlinico di Palermo, ho avuto modo di
vedere la diversità delle manifestazioni cliniche della malattia,
che pur essendo causate dal medesimo processo degenerativo hanno un
impatto differente a seconda della personalità del paziente, delle
sue condizioni fisiche e del suo stile di vita.
La
malattia di Alzheimer può essere diversificata (per sintomatologia)
in 3 fasi del suo decorso:
- Nella fase iniziale la persona è ancora autosufficiente ma presenta disturbi di tipo neuropsicologico tra i quali risulta preponderante la perdita di memoria per gli eventi recenti. In questa fase possono presentarsi deficit linguistici (difficoltà ad evocare nomi comuni e propri), disorientamento temporale, modificazioni del carattere , segni di depressione e nervosismo ecc.
- La fase intermedia è caratterizzata da un peggioramento della sintomatologia neuropsicologica descritta sopra e si mostrano più evidenti i disturbi del comportamento. La persona diviene progressivamente incapace ad apprendere nuove informazioni; si acuiscono il disorientamento temporale e la difficoltà a riconoscere ed orientarsi anche in ambienti familiari. In più diventa visibile una perdita di movimenti volontari(aprassia) e la riduzione del linguaggio spontaneo mentre, a livello comportamentale, emergono condotte inappropriate in pubblico (possibili comportamenti aggressivi) nonché deliri e allucinazioni.
- La fase avanzata è contraddistinta da un ulteriore peggioramento dei sintomi: la persona affetta da Alzheimer perde del tutto l’autonomia e diventa totalmente dipendente dai propri familiari o da chi se ne occupa. Il disturbo della memoria è molto grave comportando una incapacità a riconoscere i familiari, amici e oggetti noti, incapacità ad esprimersi ed orientarsi anche all'interno della propria abitazione; sono, talvolta, presenti anche incontinenza per urine e feci e difficoltà nella deglutizione.
Ho elencato i sintomi più evidenti della
malattia i quali, come anticipato, possono variare e purtroppo
ampliarsi. Nelle fasi iniziali, spesso, il malato può comprendere la
propria situazione ed esserne estremamente spaventato, ma
solitamente, diventa progressivamente più sereno man mano che
<< smarrisce il senso di ciò che
ha perso e si trova a vivere in un mondo più elementare che non
obbedisce alle leggi della ragione e segue il codice del non senso.>>
(1)
Ad oggi, non esiste una cura capace di
favorire la guarigione dalla demenza, per cui, diventano ancora più
importanti la diagnosi precoce e le attività riabilitative in grado
di prolungare, il più possibile, il mantenimento delle capacità
residue. Inoltre, è necessario sottolineare il ruolo decisivo
giocato dal contesto familiare come “attivatore” e
“riabilitatore” della personalità e delle competenze della
persona affetta. Spesso, infatti, si richiede la necessità di un
supporto esterno che possa accompagnare in questo percorso e
sgravare dall'enorme carico emotivo conseguente al prendersi cura
del malato; per tale ragione, sono presenti, nel pubblico, gruppi
supportivi per i familiari, solitamente nelle Unità Ospedaliere
specializzate.

È un’ottima lettura che può favorire
la condivisione e dare conforto a chi, come Giovanna, ha vissuto o
sta vivendo la medesima esperienza; ma rappresenta uno spunto anche
per chi vuole saperne di più, conoscere la malattia e il vissuto di
chi accudisce il malato d'Alzheimer in quanto la lettura appare
scorrevole nonostante la durezza dell’argomento.
Per concludere i miei complimenti a
Giovanna Venturino non vanno solo per aver reso fluente la lettura ma
anche per aver esposto con assoluta facilità l’intrecciarsi degli
aspetti emotivi a quelli prettamente pragmatici.
Fonti:
- Autori vari (2007), Consigli pratici alla famiglia del malato di Alzheimer, QUADERNI del CE.S.VO.P.
Commenti
Posta un commento